Nicolò Campo nacque in Castel di Lucio il 26 luglio 1861 da Carmelo e da Giuseppa Mammana.
Trascorse alcuni anni della sua fanciullezza presso uno zio sacerdote Padre Gesualdo fratello della madre, a Lipari e migliorò la sua istruzione. Tornò in Castel di Lucio e fu poi a Palermo presso ebanisti ed artigiani dell'epoca per perfezionarsi in un mestiere che aveva imparato dal padre, che gli permettesse di vivere decorosamente, dato che a quei tempi era molto difficile e costoso studiare.
Dimostrò subito spiccata intelligenza e capacità non comune tanto da riuscire a superare i maestri. Costruì per conto di clienti che lo apprezzarono subito, molti mobili di lusso intorno agli anni 1888-1890. Nel 1892 espose all'esposizione nazionale di Palermo due "giardiniere", mobili di fantasia in stile gotico-veneziano, che divenne il suo stile personale, di squisita fattura artistica, in legno di ulivo molto elogiate dagli intenditori e dalla stampa e premiati con medaglia di bronzo e attestato in pergamena dalla giuria, in giugno del 1892, mobili che non riuscì a vendere per il prezzo da lui richiesto.
Recandosi anni dopo all'inizio del nuovo secolo in America del Sud li lasciò in custodia presso una donna padrona di casa e non si curò di rintracciarli al ritorno dall'America dopo 18 anni. Essi furono per caso trovati presso un antiquario e riconosciuti attraverso fotografie che si avevano nel febbraio 1963 dal nipote Alfonso Campo residente in Palermo, il quale li comprò ad alto prezzo, pur di non fare peregrinare ancora da antiquario ad antiquario mobili di si alto valore, non solo artistico ma anche affettivo.
Ancor prima di partire per l'America tornò in Castel di Lucio ove eseguì altri lavori e nel 1898 costruì la monumentale vara al protettore S.Placido e due ninfe analoghe, in stile gotico, rivestite tutte in oro, vero capolavoro d'arte. La vara è stata recentemente restaurata per interessamento dell'Arc. Don Antonino Carcione e la partecipazione di tutta la popolazione. In America e precisamente in Argentina, a Belville, costruì un altare e inventò addirittura un mobile detto "baul cama" o "comoda dormitorio", che da baule mediante vari congegni si trasforma in camera da letto completa. Per detto mobile gli venne rilasciato la patente o brevetto d'invenzione dal Commisario di patenti d'nvenzione di Buenos Aires in data 10 giugno 1904. Brevetto che si conserva assieme alla descrizione e ai disegni annessi.
La descrizione fatta dall'inventore in lingua spagnola è stata tradotta in lingua italiana. Lui non volle vendere il brevetto, malgrado molte richieste, neanche quando lasciò l'America, riservando per sè il diritto d'invenzione. Da Belville passò in altre città: Rosario, Cordoba, Buoenos Aires, ove si fermò più a lungo e ovunque costruì fantasiosi mobili di lusso che gli venivano ordinati, affinando sempre più il suo estro artistico, che dal tronco grezzo sapeva trarre opere di grande finezza. Si decise a tornare in patria dopo circa 18 anni, durante la prima guerra mondiale e precisamente dopo la disfatta di Caporetto, vinto da un senso di nostalgia e di dolore per la patria le cui sorti andavano male. Il suo ritorno in paese in maggio del 1918 dopo essere stato alcuni mesi a Palermo, ha del romanzesco poichè durante il suo lungo soggiorno in America, per l'originalità comune a tutti gli artisti, non aveva mai dato notizie di sè al fratello Gesualdo.
Dal 1918 al 1940 lavorò sempre per le case del Signore aricchendole e abbellendole dei suoi inestimabili lavori. In Castel di Lucio, subito dopo il suo ritorno, ebbe l'incarico di costruire un altare e una ninfa nella Chiesa di S.Antonio di Padova. Successivamente negli anni 1920-21 costruì il pulpito e la cappella di S.Francesco di Paola nella Chiesa del Convento dei Frati Minori; il tabernacolo e una cornice al quadro di S.Francesco d'Assisi nella Cappella del Collegio delle Suore Francescane del C.I.M. e la Cappella all'Immacolata nella Chiesa Madre, offerta gratuitamente in voto, opera di grande valore oltre che artistico anche geometrico per la sua costruzione a cupola. Partì poi per Palermo, ove dimorò e lavorò nell'istituto Salesiano di S.Filippo Neri annesso alla Chiesa di S.Chiara nella piazzetta omonima. Sembrano di sua fattura in detta Chiesa i quadretti della via Crucis e i confessionali. Ritornò ancora in paese, richiamato espressamente dalla procura di S.Placido, per costruire il monumentale pulpito, il cui lavoro sembra un ricamo, collocato nella Chiesa Madre, e definito dagli intenditori "degno di stare in una Cattedrale". Ultimato questo lavoro, nel 1922 e precisamente dall'ottobre di tale anno, cominciò a girare di convento in convento, per abbellire gratuitamente come già detto, le case del Signore. Fu prima ad Acireale presso il Convento di S.Biagio dei frati Minori, quando era provinciale Padre Teofilo Conti, anch'egli di Castel di Lucio. Vi costruì la grandiosa e bellissima vara alla Madonna, un altarino per la cappella dei fratini e le cornici dei quadretti della via Crucis.
Andò poi nell'Istituto Salesiano del Sacro Cuore a S.Gregorio in provincia di Catania, durante gli anni 1925-29 ed arricchì la Chiesa, da poco costruita, di bellissime cornici per i quadri degli altari laterali, con candelieri analoghi; pulpito (oggi trasformato in altare), inginocchiatoi, panche e sgabelli per il coro, cornici per i quadretti della via Crucis, mensole, delle basi-colonne per sostenere degli angeli, tronetto per l'esposizione eucaristica, altare feriale che si trova dietro l'altare maggiore, tutto in legno colorato in bianco e oro per uniformarsi alla decorazione della Chiesa, il tutto di un effetto abbagliante; oltre due confessionali color legno, posti in fondo alla Chiesa.
Verso la fine del 1929 passò nel Convento dei Frati Minori di S.Maria della Guardia a Ognina, ove arricchì chiesa e convento di tutto quanto mancava o si doveva rinnovare: bellissimi trittici per altari laterali, coro ligneo, inginocchiatoi, tronetto per l'esposizione dell'eucaristia con scala pieghevole, un altare feriale, diversi tabernacoli mobili, pulpito e confessionali (di cui oggi non si ha più notizia). Durante il suo soggiorno ad Ognina costruì per il Convento di S.Papino di Milazzo un altare per la cappella dei fratini e per il Convento di Porto Salvo di Messina un bellissimo tronetto e un mirabile coro che trovasi oggi nella Chiesa del Santuario di Lourdes annessa al convento di Santa Maria degli Angeli. Dimorò nel convento di Ognina circa 11 anni, finchè nel 1940 allo scoppio della seconda guerra mondiale, malato e scoraggiato scrisse al fratello Gesualdo il quale accorse a rilevarlo e lo condusse in casa sua, dove visse altri sei anni, duranti i quali sotto la sua direzione fu costruito dall'ebanista Nino Stimolo l'altare della discesa dello Spirito Santo sulla Vergine e gli apostoli, nella Chiesa di S.Carlo.
Avrebbe voluto costruire, o perlomeno dirigere prima di lasciare questa terra, l'altare maggiore per la chiesa madre, ma non fu possibile ottenere in quel periodo di guerra e immediato dopo guerra, i mezzi necessari per tale lavoro; era parroco allora l'Arc. Don Francesco Belcastro.
Di lui, oltre i lavori nelle varie Chiese, restano in paese due belli ed artistici mobili che aveva lasciato incompleti prima di partire per l'America, rimasti conservati nell'allora chiesetta di S.Giuseppe, in Piazza, oggi Società agricola, e che completò al ritorno nel periodo di sua permanenza in paese dal 1921 al 1922. Quasi nulla c'è di suo nella casa del fratello, poichè per la famiglia e per i parenti non volle mai lavorare, tranne quattro cornici per quadri di immagini sacre a minutissime foglioline scolpite che si rincorrono, eseguite prima di andare in America. Al ritorno, dietro desiderio espresso dalla nipote Giuseppina ha fatto per lei un porta ritratti a due posti e una scatola per l'occorrente da disegno per la scuola, sul cui coperchio scorrevole ci sono scolpite le iniziali "G.C." attorniate da un fregio d'orato. Di maggiore importanza c'è un mobile fantasia, cassettone e toletta che porta sullo specchio in rilievo le iniziali intrecciate della nipote, con rose scolpite ai lati. Come artista fu di grande ingegno e grande valore, tanto che veniva chiamato da tutti professore; come uomo fu di grande spirito critico e umoristico, di grande originalità ed anche di grande ed autentica religiosità e fu uomo di preghiera. Non lavorando più trascorreva quasi tutto il suo tempo pregando sia in Chiesa in ginocchio appartato per non essere visto, che in casa da seduto o passeggiando, col pensiero sempre rivolto all'aldilà, come diceva spesso. Morì da giusto, come visse, spegnendosi serenamente quasi nel sonno, come aveva sempre desiderato, il 10 giugno del 1946, compianto da tutti quelli che lo conobbero e l'apprezzarono, sia da vicino che da lontano. Ne fanno fede le sentite parole di condoglianze scritte al fratello dalle persone, monaci e laici a cui comunicò la sua morte. E' seppellito nella tomba di famiglia in Castel di Lucio fatta costruire dal fratello Gesualdo.


Notizie aggiuntive per la cronaca

I cenni biografici sulla vita dell'artista Nicolò Campo furono richiesti una prima volta alla nipote Giuseppina Campo dall'amministrazione comunale di Castel di Lucio in giugno del 1964, perchè su proposta del molto reverndo Padre Leopoldo Intelisano, guardiano allora del Convento dei Frati Minori del Paese, si pensava di intitolare a Nicolò Campo la via che conduce al primo lotto di case popolari, sorto allora da poco nella contrada Cuba. Se non che nella seduta Consiliare per la decisione definitiva, una persona presente della quale si è saputo subito il nome ebbe ad obiettare: "ora... intitolare una via ad un artigiano! ...." e non se ne fece più niente.
Artigiano si, ma da artigiano ad artigiano c'è differenza come ad esempio tra i metalli di bassa lega e i metalli preziosi. Tutti gli artisti del passato furono artigiani e Mastri come venivano chiamati, anche Michelangelo e Raffaello e i loro laboratori si chiamavano botteghe!
Una seconda volta nel 1988 detti cenni biografici furono richiesti corredati da fotografie dei lavori sempre alla nipote dal Rev. Padre Celestino Gianforte, direttore responsabile della rivista "Voce Francescana" dell'Ordine secolare dei frati minori di Sicilia nel convento di Porto Salvo in Messina, il quale pur non avendo conosciuto l'artista Nicolò Campo, perchè come egli stesso dice entrò nel convento di Acireale nel 1931, dopo che il professore, come tutti lo chiamavano, era andato via, solo per sentirne parlare a quanti lo avevano conosciuto ed apprezzato, tra i quali Padre Samuele, Padre Anselmo, Padre Antonio e qualche altro ancora vivente ed aver visto i suoi lavori nei vari conventi, ha pensato di scrivere sulla sua rivista un primo articolo intitolato: "Nicolò Campo un artista da ricordare" da lui fatto pubblicare anche sulla "Gazzetta di Messina" ed un altro articolo intitolato: "I preziosi arredi sacri dell'ebanista Nicolò Campo" pubblicato sul Giornale "La Sicilia" di Catania. Di questi due articoli furono inviate le copie in Castel di Lucio, oltre che alla nipote Giuseppina che aveva fornito il materiale, anche al parroco Arc. Don Giuseppe Prestimonaco che li espose nella bacheca delle pubblicazioni della Chiesa Madre, perchè tutti potessero vederli e leggerli ed a lui vada per questo il grazie dei parenti.
Padre Celestino ancora nel suo recente libro: "Con Frate nostro Francesco" a pag. 117 riporta il suo articolo precedente menzionato, con il titolo "Nicolò Campo un artista francescano" e conclude: "E' auspicabile che qualche studioso appassionato, si adoperi per una ricognizione delle opere e della vita di un artista che fa onore alla Sicilia". A lui da cui è partita la scintilla, vada la riconoscenza con un sentito Grazie! della nipote e di tutti i pronipoti.
Una terza richiesta della biografia documentata da foto e notizie varie venne fatta nel 1990 da parte dell'amministrazione comunale che affidò ad alcuni giovani la ricognizione della vita e delle opere, come diceva padre Celestino, dell'illustre concittadino per una mostra.
Una mostra artigianale generica delle foto dei lavori eseguiti da lui in paese assieme ad altri lavori eseguiti da persone varie fu fatta in agosto in occasione dei festeggiamenti del patrono S.Placido.
Si pensava di fare in seguito una mostra dedicata esclusivamente all'artista Campo, con foto di tutti i lavori eseguiti da lui, non solo in paese ma anche altrove; se non che non fu possibile ai giovani incaricati, tra i quali è bene menzionare Lucio Patti e Luisa Franco, i più interessati e di buona volontà, riuscire a procurarsi per ragioni varie, le foto dei lavori che si trovano nei vari conventi della provincia di Catania. Si poterono solo avere quelle dei conventi di Messina: il tronetto nella Chiesa di Porto Salvo e il coro nella Chiesa del convento di Santa Maria degli Angeli, grazie all'interessamento del segretario del 1'O.F.S. Carmelo Pace, oltre l'ingrandimento della foto dello stesso artista. Comunque anche ad essi grazie, per la buona intenzione e l'impegno in parte dimostrato. Le suddette foto sono state ritirate assieme a tutte le altre notizie fornite dalla nipote Giuseppina Campo, dietro rimborso delle spese fatte per esse ed oggi fanno parte di questa mostra.
Infine il vero appassionato auspicato da Padre Celestino per la ricognizione della vita e delle opere dell'artista, è stato il Parroco attuale Arc. Don Antonino Carcione. Egli mesi fa si rivolse alla nipote Giuseppina Campo facendole presente la sua intenzione e chiedendole collaborazione e silenzio. La collaborazione è stata reciproca lunga, laboriosa e paziente; il silenzio è stato rispettato fino ai giorni scorsi ed oggi si è potuta allestire ed inaugurare questa mostra, dettagliatamente illustrata e documentata nei locali ripristinati, rimessi in luce e restaurati dei sotterranei della Chiesa Madre le cosidette fosse, ad opera della Sovrintendenza ai beni culturali; locali che Padre Nino ha voluto dedicare alla memoria dell'artista Castelluccese Nicolò Campo.
Grazie Padre Nino! a lei tutta la gratitudine e il plauso di tutti i parenti ed erede del nome e della fama di Nicolò Campo.
Un sentito ringraziamento vada pure al rev. Padre Alessandro superiore del Convento S.Biagio di Acireale; al Rev. Padre Cataldo Superiore del Convento di Santa Maria della Guardia di Ognina; a Padre Antonio Superiore del Convento S.Papino di Milazzo; a Padre Raffaele oltre che a Padre Celestino del convento di Porto Salvo di Messina; al segretario dell'O.F.S. di Messina Carmelo Pace; al Parroco Maiolino Domenico dell'istituto Salesiano del Sacro Cuore di S.Gregorio, nonchè al cooperatore salesiano Sig. Antonino lacono; al direttore dell'istituto salesiano S.Filippo Neri presso la Chiesa di S.Chiara a Palermo per avere consentito di riprendere le foto di tutti i lavori eseguiti in quelle chiese, conventi e istituti dall'artista Campo e per aver fornito importanti notizie.
Un ultimo auspicio di Padre Celestino Gianforte è stato il seguente: "Un pronipote Arch. Gesualdo Campo, Direttore della Sovrintendenza ai Beni Culturale della Provincia di Messina potrebbe favorirne l'attuazione".
L'ha favorita per quanto i suoi molteplici impegni glielo hanno consentito: ha fatto restaurare la pergamena rilasciata allo zio per i mobili premiat all'esposizione di Palermo in giugno 1892; il brevetto dell'invenzione del baul cama rilasciato in America (Buenos Aires) in giugno 1904; si è interessato della stampa della descrizione di detto baul cama di fotocopie e di varie altre cose collaborando all'attuazione della mostra.
Ha voluto inoltre onorare la memoria dello zio artista, dando il suo nome Nicolò al figlioletto che oggi ha tre annetti. Egli ora illustrerà le foto dei lavori dello zio dal punto di vista artistico e culturale mentre il pronipote Cesare Campo ha pure collaborato e oggi collabora con la stampa.


Elenco cronologico delle opere

1889 Mobile di cui si ha il disegno con annotazione di suo pugno del 9 gennaio 1889 eseguito a Palermo e altri mobili con disegni dello stesso anno tra i quali un confessionale
1891 Mobili premiati all'Esposizione nazionale di Palermo nel 1891-1892 con pergamena, medaglia ed elogio della stampa. Essi sono stati trovati e acquistati, presso un antiquario di Palermo, dal nipote Alfonso Campo, nella cui casa ora si trovano.
1898 Vara di S.Placido e due ninfe (Chiesa Madre - Castel di Lucio)
1892-1899 a Castel di Lucio ha eseguito diversi lavori per privati: Due comodini, quattro comò, un armadio e delle cornici per quadri (6 sono esposte) almeno di questi lavoro abbiamo notizie sicure e le foto sono esposte nella mostra.
1900-1918 In Argentina (Belville, Cordoba, Rosario, Buenos Aires)
Comoda Dormitorio: Invenzione di mobile che si trasforma in camera da letto, con Brevetto del 1 giugno 1904 rilasciato a Buenos Aires. Di esso si hanno le foto con la descrizione e disegni dello stesso artista che spiegano lo sviluppo del mobile. Si conserva il Brevetto.
Mobile libreria: scrivania di cui si hanno le foto che indicano lo sviluppo del mobile.
Un'aquila scolpita in legno che sormonta di una farmacia.
Insegna del suo laboratorio ovviamente scolpita.
Maggio 1918 Ritorno a Castel di Lucio
1918-1919 Altare S. Antonio di Padova e una ninfa.
1920 Cappella dell'Immacolata (offerta dall'artista in voto)
1920-1921 Pulpito e Cappelletta a San Francesco di Paola nella Chiesa del Convento eseguiti nella chiesa di San Giuseppe oggi Società Agricola.
Tabernacolo e Cornice per un quadro di San Francesco per la Cappella del Collegio delle Suore Francescane.
Ninfa per la Chiesa di Santa Lucia.
Due mobili con specchio, lasciati incompleti nella Chiesa di San Giuseppe quando partì per l'Argentina. Dopo 21 anni, ripristinati e ultimati, furono acquistati da privati.
1921-1922 Breve soggiorno a Palermo presso i Salesiani nell'Istituto San Filippo Neri a piazza S.Chiara dove eseguì pure dei lavori (purtroppo non abbiamo notizie, forse andati bruciati).
1922 Pulpito per la Chiesa Madre di Castel di Lucio.
Settimanale fantasia con specchio, un portaritratti a due posti e una scatola per il necessario per il disegno con iniziali scolpite ad incisione sul coperchio scorrevole per la nipote Giuseppina Campo.
Ottobre 1922 Nicolò Campo lascia nuovamente, per quasi un ventennio, Castel di Lucio e va ad arricchire dei suoi lavori Chiese e Conventi, lavorando gratuitamente
Acireale Dall'ottobre 1922 fino al 1923 esegue la grandiosa vara per l'Immacolata.
L'altare per la Cappella del Chiericato, la Cappelletta del refettorio e le cornici per le stazioni della via crucis.
Milazzo Nel Convento S. Papino un altarino per la cappella dei fratini.
Messina Un tronetto per l'esposizione del S.S. Sacramento con scala nel retro e il coro per i frati nel convento di Porto Salvo.
San Gregorio Presso l'Istituto Salesiano del Sacro Cuore l'arredo per tutta la Chiesa: Altare Maggiore e tronetto, pulpito, leggio, panche, Cornici per i quadri degli altari laterali, circa cento candelieri, mensole, altare feriale, due confessionali.
Ognina Nel Convento di S.Maria della Guardia, dove dimorò più a lungo, per quasi 12 anni dal 1929 al 1940 e dove costruì quattro altari sormontati da trittici di pregevole fattura;
Pulpito
Tronetto per l'esposizione del SS. Sacramento;
Confessionale, inginocchiatoi per i frati, sgabelli per la sagrestia, un altare feriale, un leggio, diversi tabernacoli, piccoli mobili per il refettorio.
15 Luglio 1940 Ritornò per sempre a Castel di Lucio dove, sebbene vecchio e malato, disegnò e diresse il lavoro dell'altare allo Spirito Santo nella Chiesa di San Carlo. Il lavoro fu eseguito dall'ebanista Nino Stimolo. L'artista si spense il 10 giugno 1946, serenamente nella pace del Signore, compianto da quanti lo conobbero.