Nel suggestivo e tranquillo quartiere della Cunziria, al margine nord-occidentale di Castel di Lucio, si trova un edificio che intreccia storia e leggenda: la chiesa di Sant'Antonio da Padova.
Chieaa di Sant'Antonio di Padova
Costruita nei primi anni del Seicento, sul luogo in cui, secondo la tradizione orale, Sant'Antonio si fermò durante il suo viaggio in Sicilia del 1217, l'edificio religioso originariamente presentava un impianto ad aula, un profondo presbiterio e una copertura lignea. Oggi, la chiesa si presenta al visitatore con un aspetto diverso, determinato soprattutto da un imponente ristrutturazione effettuata nei primi anni del
Novecento. La facciata ha un aspetto unico e caratteristico: lateralmente presenta paraste bugnate che sostengono un fastigio mistilineo, che insieme alla cornice di gronda forma una lunetta con un oculus al centro. Sul colmo è il campanile a cavalletto con un unico fornice. L'ingresso alla chiesa avviene attraverso un delicato portale lapideo con un originale motivo a tenaglia. All'interno, la navata unica e il presbiterio sono coperti con volte a botte, che si impostano su un cornicione. La continuità delle pareti laterali dell'aula è interrotta dalla presenza di finestre e di due nicchie ricavate nello spessore murario, che ospitano i simulacri del Crocifisso con la Madonna Addolorata e di San Biagio. Nel presbiterio, l'altare maggiore, realizzato intorno al 1920 dall'artista Nicolò Campo, è un'opera di grande pregio. La mensa presenta un paliotto ligneo finemente decorato con riquadri in cui
palmette, fiori e foglie formano un gioco simmetrico di linee intarsiate, mentre al centro la croce mauriziana dentro un cerchio attira l'attenzione dell'osservatore.
Interno della Chiesa di Sant'Antonio di Padova
Al di sopra della mensa, tre gradi con terminazione curvilinea accolgono centralmente il maestoso ciborio ligneo, concepito come una piccola chiesa con cupola e croce sommitale. La sovrastante abside, che ospita il simulacro di Sant'Antonio da Padova, realizzato nel 1601 dai mastri Giuseppe e Giovan Battista Livolsi, è incorniciata da un'edicola neoclassica con paraste scanalate, che sorreggono una trabeazione, nel cui fregio è l'iscrizione "Si Quaeris Miracula" e un timpano terminale. Questa parte centrale, rigorosamente rispondente ai canoni classici, si ammorbidisce lateralmente legandosi a pannelli mistilinei, che ben si collegano ai gradi sottostanti. L'opera è pregevole per l'armonia delle proporzioni e per l'eleganza delle linee rette e curve, che mutano con continuità, oltre che per le tarsie geometriche e fitomorfiche. Particolarmente raffinato è il decoro dei pannelli laterali, omaggio perenne dell'artista al Santo, in cui le tarsie raffigurano delle anfore da cui spiccano gigli, simbolo di purezza d'animo.
Altare di Sant'Antonio di Padova
Una delle tradizioni più sentite legate al culto di Sant'Antonio è quella dei pani benedetti. I devoti, per gratitudine verso il Santo, preparano dei panini, che vengono benedetti durante la messa e distribuiti alla popolazione nel giorno dedicato a Sant'Antonio, il 13 giugno. Questi panini vengono consumati per devozione o fatti essiccare e riposti in casa come protezione contro ogni intemperia. Visitare la chiesa di Sant'Antonio è un'opportunità per immergersi in un luogo dove arte, tradizione e devozione vivono in connubio perenne.