Fiumara d'arte, Labirinto di Arianna e Arethusa

SP176, Castel di Lucio, 98070

Fiumara d'arte, Labirinto di Arianna e Arethusa
Fiumara d'arte, Labirinto di Arianna e Arethusa

Descrizione

Quella realizzata da Antonio Presti - mecenate messinese che ha disseminato lungo il letto del fiume Tusa alcune colossali opere d'arte realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo.

Descrizione completa

Fiumara d'Arte

È peculiarità di Castel di Lucio l'essere un luogo dove tradizione, storia e arte del passato dialogano serratamente con l'arte contemporanea. Armonicamente inseriti nel tessuto urbano e nel territorio del borgo, si trovano tre importanti e spettacolari opere appartenenti alla Fiumara d'Arte. Quest'ultima è nata dalla visione lungimirante del mecenate Antonio Presti, che nel 1986 iniziò a promuovere l'arte contemporanea, commissionando a noti artisti dell'Avanguardia opere d'arte, la cui realizzazione nei territori dei comuni dell’Alesa, ha dato vita a un vero e proprio museo a cielo aperto. Castel di Lucio si pregia di accogliere tre grandi e importanti opere di Fiumara d'Arte: "Una curva gettata alle spalle del tempo", "Il labirinto di Arianna" e "Arethusa".
Percorrendo la S.P. 176, che conduce a Castel di Lucio, la prima delle tre opere, che si incontra è "Una curva gettata alle spalle del tempo", realizzata nel 1988 da Paolo Schiavocampo. Una struttura slanciata in cemento e acciaio corten, che sembra emergere dalla stessa terra, come una spirale, che si dipana verso l'infinito.
Una curva, che si snoda con eleganza e potenza, richiamando il movimento di una vela sotto l'azione del vento.
Il dinamismo delle masse suggerisce il concetto del tempo che scorre, una sorta di metafora visiva del passato, che lascia il suo segno, ma che allo stesso tempo diviene immediatamente presente e successivamente futuro.
Quest'opera, invita a riflettere sulla transitorietà del tempo, che è in continuo cambiamento, ma al contempo, essendo inserita armonicamente nell'ambiente circostante, sembra essa stessa cambiare il suo aspetto, con l'alternarsi della luce, delle ore e delle stagioni, rivelando un dialogo silenzioso tra la materia e il suo habitat. "Una curva gettata alle spalle del tempo", sembra sfidare la gravità e il tempo stesso, crea, cioè, un dialogo dinamico tra la struttura artificiale e la natura che la circonda, invitando il visitatore a fermarsi e riflettere sulle interconnessioni tra passato, presente e futuro.
L'opera trasmette un senso di fluidità e potenza, offrendo un'esperienza armonica, che unisce l'uomo, la natura e la percezione del tempo. Visitare questa scultura significa immergersi in un viaggio meditativo, che lascia un'impressione duratura.


Labirinto di Arianna

Percorrendo, sempre, la S.P. 176 verso Castel di Lucio, e imboccando una strada secondaria, poco prima di giungere al centro urbano, si arriva su un'altura, da cui si gode di uno splendido panorama, che domina tutta la vallata e offre una vista sul borgo.
È in questo suggestivo contesto, che si trova il "Labirinto di Arianna", opera di Italo Lanfredini, del 1989.
Si presenta come un vero e proprio labirinto in muratura, con pareti in cemento, che tracciano un percorso avvolgente, il cui colore sembra evocare le terre bruciate dal sole. Sospeso tra cielo e terra, la sua materia prende forma integrandosi armoniosamente con il paesaggio circostante, come se ne facesse parte da sempre.
La porta d'ingresso dalla forma inusuale, evoca il ciclo della vita: il labirinto è concepito come un grembo materno, un luogo sacro dove l'anima prende forma.
Oltrepassare quella porta e percorrere le spirali fino a giungere al centro, dove si trova un albero di ulivo, significa intraprendere un viaggio nella profondità del proprio io.
Il percorso invita a riscoprire se stessi e a raggiungere un senso di pace. L'ulivo, infatti, rappresenta l'appagamento e la serenità ottenuti alla fine del percorso di introspezione, come se l'uomo rinascesse da questo grembo materno.
Il "Labirinto di Arianna" non è solo un'opera arte, ma un luogo di meditazione e di connessione profonda con la propria interiorità.


Arethusa

L’ultima opera di Fiumara d’arte, a Castel Lucio, è Arethusa (1989), di Pietro Dorazio e Graziano Marini. Ubicata all’ingresso del borgo, per chi giunge dalla S.P.176, è un esempio straordinario di come l'arte possa trasformare edifici funzionali in veri e propri capolavori.
Arethusa è la caserma dei carabinieri del luogo, che si distingue per la sua vivace e audace estetica.
La struttura, anziché mimetizzarsi nel contesto urbano, si eleva come un faro di colore e creatività.
Le pareti della caserma sono adornate con una serie di forme geometriche e cromatiche, che sembrano danzare al sole, riflettendo la luce e creando un gioco dinamico di ombre e contrasti. L'uso sapiente del colore e delle linee trasforma l'edificio in una tela vivente, una sinfonia visiva, che cattura l'attenzione e stimola l'immaginazione.
L'opera di Dorazio e Marini non è solo un'espressione artistica, ma un simbolo di come l'arte possa interagire con la vita quotidiana, elevando la percezione dello spazio pubblico.
La caserma non è più solo un luogo di lavoro per i Carabinieri, ma un punto di riferimento culturale e un'attrazione per i visitatori, che giungono a Castel di Lucio.

Indirizzo

SP176, Castel di Lucio, 98070

CAP

98070

Modalità di accesso

E' consentito l'accesso agevolato ai diversamente abili

Orari per il pubblico

  • Lunedì: dalle 09:00 alle 18:00
  • Martedì: dalle 09:00 alle 18:00
  • Mercoledì: dalle 09:00 alle 18:00
  • Giovedì: dalle 09:00 alle 18:00
  • Venerdì: dalle 09:00 alle 18:00

Contatti

Comune di Castel di Lucio

PEC: protocollocasteldilucio@pec.it

Telefono: 0921384032

Ultimo aggiornamento: 11 set 2025